Pianoforte
Martucci Giuseppe
Studio Op.47
Revisione di CARLO PESTALOZZA
Edizioni Ricordi

A Giuseppe Martucci (Capua 1856 - Napoli 1909) pianista, didatta, direttore d'orchestra e compositore, va riconosciuto un ruolo di primissimo piano nel panorama musicale italiano degli anni che abbracciano l'ultimo quarto del 19° secolo e il primo decennio del '900.
I programmi da lui svolti come pianista e direttore d'orchestra contribuirono decisamente alla qualificazione del gusto musicale italiano, con la diffusione di un vasto repertorio strumentale classico e romantico che aveva perduto da tempo ogni contatto col pubblico, sempre più soggiogato dal monopolio dell'opera lirica.

Come compositore gli si deve dar atto di aver affrontato, con pochi altri musicisti di cui fu certamente il più autorevole, il recupero dei modelli compositivi della grande tradizione del primo e secondo romanticismo tedesco, creando le premesse di quel radicale rinnovamento del linguaggio strumentale che trovò nella generazione dell'« ottanta » dei Pizzetti, Malipiero, Casella il definitivo, straordinario, irreversibile felice avvio.

Lo Studio op.47, destinato al metodo Lebert e Stark, si colloca in una fase di maturazione più avanzata del linguaggio martucciano e dei suoi contenuti espressivi, segnando un momento decisivo di crescita nel percorso stilistico dell'autore.
Se le prime esperienze compositive, nella maggior parte per pianoforte, riflettono lo stile virtuosistico e da salotto, tipico del gusto musicale dell'epoca, in particolare del pianismo meridionale, l'op.47 segna, di contro, l'inizio di un graduale mutamento d'indirizzo formale e contenutistico.

Come bene osserva Sergio Martinotti « ... in questo indirizzo Martucci rende personale la propria produzione, individuandola nel registro della franca cantabilità, della raffinatezza lirica, della scrittura nervosa e razionale, della linda strutturazione... ».
Ci siamo serviti, per il lavoro di revisione, dell'edizione Ricordi del 1952 che rispecchia fedelmente il testo originale.
Nostre sono le aggiunte di pedale e diteggiatura, di cui l'edizione presa in esame era totalmente priva.

Tra parentesi quadra abbiamo aggiunto qualche rara indicazione dinamica.

Carlo Pestalozza

Disponibilità: