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Isang Yun. Musica nello spirito del Tao AA.VV. A cura di Hanns-Werner Heister e Walter-Wolfgang Sparrer Edizione italiana a cura di Enzo Restagno Collana: Mito Settembre Musica - Contemporanea Editore: Ricordi Pagine: 296+4
"Io vivo con quel che è prezioso, il cuore, il paesaggio, l'antica cultura... vivo dei vecchi ricordi della mia giovinezza. La mia fonte musicale sgorga di lì. In questo senso la Corea è così lontana e tuttavia così vicina". In queste poche righe Isang Yun (1917-1995), il più celebre compositore coreano e uno dei grandi protagonisti del panorama compositivo della seconda metà del Novecento, sintetizza l'orizzonte poetico della sua musica: le radici nella terra di Corea, il rapporto con il paesaggio, il mondo sonoro e la filosofia dell'oriente. Yun crebbe all'ombra della tenace battaglia che il popolo coreano combatté per la difesa della propria identità contro l'imperialismo nipponico. Proprio in Giappone si recò per studiare la musica occidentale e qui, di fronte all'oppressione dei numerosi coreani deportati, la sua coscienza politica si rafforzò sensibilmente e divenne un dato imprescindibile nelle scelte di vita e nell'arte. La Seconda guerra mondiale lo vide combattere in difesa del suo paese; in seguito, nel 1955, partì per studiare in Europa, prima a Parigi, poi a Berlino dove apprese le tecniche dodecafoniche da Josef Rufer. Qui fu rapito dai servizi segreti sudcoreani, che sospettavano fosse una spia della Corea del Nord. La sua posizione pacifista fu sufficiente a fargli guadagnare due anni e mezzo di detenzione, torture e una condanna all'ergastolo, per la quale fu graziato in seguito al massiccio intervento di eminenti musicisti e intellettuali di tutto il mondo. Anche in carcere continuò a comporre, studiare le tecniche compositive occidentali e riflettere sulle implicazioni che il Tao, concetto cosmologico fondamentale della filosofia asiatica, comportava nella sua musica. In Europa Isang Yun si presentò con partiture centrate sul timbro, in perfetta concomitanza con le opere che negli stessi anni segnavano il recupero della dimensione fisica del suono e della sua componente poetica, l'emancipazione del timbro dall'impostazione rigidamente strutturalista delle avanguardie di Darmstadt. Elaborando la tecnica del "suono principale", Yun segna la propria distanza dall'avanguardia seriale degli anni Cinquanta. Così, partendo dall'idea di un incontro ravvicinato tra due culture filosoficamente opposte, Isang Yun raggiunge il suo capolavoro artistico e poetico: fare in modo che queste culture si fecondino reciprocamente. Ilaria Narici
Disponibilità:
Prezzo: € 35,00
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