Pianoforte
Autore:Bach Johann Sebastian
Titolo:Invenzioni a tre voci
Revisione critico tecnica di ALFREDO CASELLA
Pagine:36
Editore:Curci

PREFAZIONE
Se il «Clavicembalo ben temperato » rappresenta incontestabilmente il monumento massimo [insuperato ed insuperabile] della didattica pianistica, le invenzioni a due e a tre Voci ne costituiscono allora i « Propilei », preceduti a loro volta dalla « gradinata a dei Petits préludes pour commencants.

Questo insieme di creazioni costituisce una vera e propria « scuola del pianoforte », che non ha riscontro in nessuna altra letteratura strumentale, perchè è l'unico caso ove un Maestro, fra i maggiori che conti la musica di tutti i tempi, abbia voluto fare anche opera didattica, creando così un gruppo di composizioni speciali, nelle quali - per un miracolo unico nella storia musicale — i « fantasmi » artistici, pur prodigiosi, mai non si dissociano da una disciplina pedagogica invisibile ma ferrea, dimodochè una medesima ammirazione si innalza finalmente verso il creatore e il didatta, ambedue di uguale e gigantesca statura.

Le Invenzioni a due e a tre voci si trovano già tutte - ad eccezione di una sola e con alcune modificazioni - nel Klavierbuchlein di Wilhelm Friedemann Bach, cominciato a Còthen nel 1720, e sono quindi contemporanee del primo libro del
«Clavicembalo ben temperato » (Spitta assegna loro l'anno 1723).

Nel medesimo Klavierbuchlein si trovano pure sette dei venti Préludes pour les commencants, dimodochè si può pensare che tutto quel vasto complesso di creazioni didattiche - meno il secondo libro del Clavicembalo - sia stato interamente concepito e realizzato a Còthen.
Nel Klavierbuchlein troviamo le due serie di
«invenzioni » ordinate secondo un curioso criterio tonale che sarebbe il seguente:

a)Invenzioni a due voci
I.DO MAGGIORE-IV.RE MINORE-VII.MI MONORE-VIII.FA MINORE - X.SOL MAGGIORE

XIII.LA MINORE-XV.SI MINORE-XIV.SI BEMOLLE MAGGIORE-XII.LA MAGGIORE-XI.SOL MINORE

IX.FA MINORE-VI.MI MAGGIORE-V.MI BEMOLLE MAGGIORE-III.RE MAGGIORE-II.DO MINORE

b) Invenzioni a tre voci: idem (le tonalità sono identiche); manca solamente il n. II (do minore) evidentemente composto più tardi. Questo ordine segue pressapoco la linea di una doppia scala ascendente e discendente.
Da osservarsi poi che le tonalità adoperate sono 15, e che parecchia strada ci divide ancora dalle 24 del Clavicembalo.

Un altro elemento di curiosità è quello dei titoli. Nel Klavierbuchlein ogni invenzione a due voci si chiama Prambulum, e Fantasia quelle a tre voci. Nel manoscritto definitivo poi, i 30 pezzi si chiamano rispettivamente: invenzioni quelle a due voci e sinfonie quelle a tre.

Dal punto di vista della forma, queste invenzioni rappresentano, nell'epoca ove videro la luce, qualcosa di totalmente nuovo. Qui Bach - terminato ormai il periodo di assimilazione italo-francese - volta decisamente le spalle alla forma bipartita (ossia suite) che era allora
universalmente in uso per la musica cembalistica, e - prestando solamente ascolto al suo istinto, che era, in sostanza, null'altro che quello del genio tedesco crea di colpo una forma interamente libera e senza nessun piano prestabilito, forma che ritroviamo nella maggior parte dei preludi del Clavicembalo, e che - assieme a tante altre qualità - costituisce una delle ragioni della perenne giovinezza di questa musica e della sua sorprendente modernità.

Se pur queste invenzioni sono composizioni destinate a preparare l'accesso alle ricchezze del Clavicembalo e, per conseguenza, sono meno impegnative artisticamente di quelle - dobbiamo però riconoscere che, di questi 30 pezzi, non ve n'è uno che non meriti la qualifica di
« bello », giungendo poi - nella invenzione a tre voci n. IX (in fa minore)ad una altezza che si può senz'altro dire sublime e che fa di questa pagina una delle più stupende creazioni di Bach.

La presente revisione intende anzitutto presentare allo studioso un testo assolutamente sicuro, basato sugli autografi e sulla grande edizione della "Bachgesellschaft.

Per quanto riguarda tempi, legature, indicazioni dinamiche, diteggiature, ecc. queste sono frutto di esperienze personali, ma anche altrui, fra le quali citerò in primo luogo quella preziosissima di Ferruccio B. Busoni.

Lo studioso troverà in vari punti certe divergenze con edizioni "celebri", divergenze che sono ogni volta giustificate dalla parola «autografo», oppure da apposita nota.

Fra quelle le più importanti sono quelle che si trovano nella invenzione a tre voci n.IX (in fa minore), rispettivamente nelle battute 13 e 26, ove l'autografo dà le seguenti versioni(battuta 13) e (battuta 26), versioni che sono state mutate in troppe edizioni in sol bemolle e do bemolle; evidentemente per ossequienza a quelle ragioni di « simmetria » che hanno così poco peso per i geni, ma tanto invece per i pedanti.

Ma se quei « professori » che hanno perpetrato codeste « correzioni » avessero guardato due battute prima (batt. 11 e 24) avrebbero visto, in altra voce, identico tema colla uguale modificazione che muta momentaneamente una delle dolorose appoggiature semitonate di quella melodia, in un intervallo assai più luminoso e sereno.

Per quanto riguarda gli ornamenti - che abbondano più nelle Invenzioni che nel Clavicembalo - dopo lunga (ed amara) esperienza acquistata cogli alunni (ed anche con taluni colleghi insegnanti), mi sono deciso a segnarli tutti (ad eccezione di certi trilli) in valori reali. L'alunno non avrà quindi più dubbi di sorta, ma gli verranno anche meno le attenuanti in caso di persistente disattenzione.

Particolare vantaggio da questo sistema di notazione integrale troverà l'alunno nella invenzione a tre voci n. V (mi bemolle maggiore), che qui viene presentata in una versione ad un tempo agevole a leggersi, ma anche rigorosamente conforme al testo della Bachgesellschaft, mentre molte, fra le edizioni più diffuse offrono di questo pezzo una interpretazione sommaria e non di rado piena di errori (e, per di più, di laboriosa lettura), la quale dà una mediocre idea della competenza stilistica e della coscienza artistica di quei "revisori".



ALFREDO CASELLA

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