Codice: NOITRE1 |
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Libro
Gennaro Saviello "Folleggiare di gioia in gioia" Il melodramma nel giovane Verga Pagine:200 Edizioni NoiTre, 2020
Il lavoro costituisce un'indagine sui romanzi giovanili di Giovanni Verga nel tentativo di approfondire la natura ed il rapporto dello scrittore con il Melodramma e, soprattutto, la “profondità” delle evidenti assonanze e “citazioni” usate dall'Autore negli scritti del periodo cosiddetto catanese, I Carbonari della montagna, Sulle lagune o, in maniera più appariscente, in Una peccatrice e nell'inedito Frine.
La ricerca sonda il grado di “utilizzo” e di condivisione della langue melodrammatica, tentando di chiarire il modo in cui essa, oltrepassando la semplice adesione personale, risulti funzionale alla costruzione del “sistema” linguistico dell’epoca. Le indagini sono state condotte affiancando alle fonti tradizionali ed alla vasta bibliografia a disposizione, gli esiti documentari ottenuti con l'utilizzo degli strumenti offerti dall’informatica umanistica, il che ha permesso un valido e proficuo raffronto tra la biografia del nostro autore, le sue prime prove letterarie e, come evidenziato, l’effettiva, “complanare”, circolazione delle opere liriche nei maggiori centri siciliani quali ‘punti di approdo’ anche letterari del giovane Verga.
L' indagine ha fatto emergere come in Una peccatrice le endogene “tracce melodrammatiche”, letterarie e formali ispirate da Ernani e dalla Traviata soprattutto, coincidano con l’effettiva “circolazione”di queste opere nei teatri siciliani. Dai raffronti letterali effettuati è emerso come Giovanni Verga abbia utilizzato i “richiami melodici” con funzione fàtica, facendo sì che da “esibizione erudita”, diventassero messaggio narrativo.
L’analisi dell’inedito Frine, ha offerto l’opportunità di approfondire il primo e importante soggiorno fiorentino dello scrittore. In particolare, collazionando quanto già a nostra disposizione con gli esisti di una ricerca archivistica condotta presso l'Archivio dell'Accademia degli Immobili di Firenze, si è rivelato utile e “fortunato” l’approfondimento di quella che è stata indicata come una “straordinaria stagione al Teatro della Pergola” di Firenze che, in modo altrettanto “straordinario”, sembra scandire i termini ante e post quem della permanenza di Verga nell'allora capitale d'Italia.
Infine, si è affrontata la “questione linguistica” dei romanzi giovanili. In sintesi, le analisi ed i raffronti testuali hanno messo in luce un duplice carattere delle “citazioni” verghiane: uno “letterario”, che in alcuni casi coinvolge anche la “struttura” della composizione testuale, ed un altro di carattere più strettamente linguistico che vede la penetrazione della langue melodrammatica nella lingua dell’autore, sotto il profilo lessicale, fonetico e micro sintattico, con sfumature anche di carattere stilistico, oppure come soluzione espressiva che ricorda da vicino il linguaggio melodrammatico.
Quest’ultimo aspetto, infine, proiettato e osservato all’interno della grande stagione linguistica dell’Italia Unita, ha evidenziato come Giovanni Verga si sia sforzato di raggiungere, anche attraverso la grande fortuna del docile idioma cantato, una «lingua davvero» (come intendeva Alessandro Manzoni nell’Appendice alla Relazione sull’unità della lingua) nel senso di progettare e realizzare una lingua scritta destinata poi ad essere parlata.
Per far ciò Verga ha fatto passare la propria lingua non solo attraverso lo status di parlato – recitato teatrale ma anche del recitato – cantato, di cui è esemplificativa la vicenda del verbo folleggiare, cantato in luogo di trasvolare (Verdi-Piave, Traviata, 1853) nella tradizione canora dell’epoca e invalso “nell’uso comune” anche grazie a Giovanni Verga.
Così, nei romanzi giovanili del nostro Autore, la lingua del Melodramma è utilizzata come un grande “campionario” di condivisione formale dal quale prelevare anche elementi funzionali al proprio “sistema” linguistico e per contribuire a “costruire” una lingua italiana più spontanea e colloquiale.
Disponibilità:
Prezzo: € 15,00
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