 Codice: RUSCO23532 |
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Libro Autore:Decaux Alain Titolo:Offenbach Pagine:326 Editore:Rusconi
Un giorno di novembre del 1833 approda a Parigi un piccolo ebreo quattordicenne, Jacob Offenbach, cresciuto nei vicoli di Colonia — vi era nato nel 1819 — fra musiche popolari ebraiche con la loro tipica mescolanza di sacro e di profano. Il giovane musicista nutre l’ambizioso progetto di diventare un grande compositore di musica classica; sarà comunque — la definizione è di Rossini — « il Mozart dei Champs-Elysée>>. È ai Champs che Offenbach rinasce, nel 1855, francese (Jacques, non più Jacob)e parigino, allorché ottiene di gestire un piccolo teatro, in realtà una baracca, che egli denomina i Bouffes Parisiens, per i quali scrive delle « buffonerie musicali>> che sono parodie indiavolate degli operas-comiques dell’epoca, il cui ritmo e la cui inventività seducono immediatamente i parigini. È il primo passo verso quella che sarà l’attività esclusiva di Offenbach compositore: l’operetta, alla cui nascita e i primi trionfi il suo nome è legato. 0ffenbach e i suoi librettisti (L. Halevy e H. Meilhac) sfruttano la leggerezza e la fatuità dell’operetta per farne lo specchio deformante, lucidamente corrosivo,della società del Secondo Impero avviata allegramente verso la catastrofe di Sedan. E i protagonisti della « vita parigina>> lo capiscono, e si divertono, decretando il successo trionfale a questo « re del Secondo Impero », al suo Orfeo all’inferno(1858), alla Bella Elena (1864), alla Vita parigina (1866), alla Granduchessa di Gerolstein, rappresentata in occasione dell’Esposizione Universale del 1867 alla presenza, fra altri, di Bismarck che esclama entusiasta: « Sì, è proprio così! ». Alain Decaux ricostruisce al vivo il perpetuo agitarsi di un musicista che fissa freneticamente sul rigo le melodie che gli traboccano, che con i librettisti si diverte delle trovate caustiche ai danni dei parvenus. Ma anche il travaglio interiore di un uomo alla ricerca di un’opera « classica », I racconti di Hoffmann, che non riuscirà a terminare. E il dramma di chi, seppure accolto nei salotti, rimane tuttavia doppiamente straniero in una « Parigi agrodolce », perché ebreo e tedesco. E Offenbach lo avvertirà sulla propria pelle quando i repubblicani risvegliatisi dalle recenti paure, lo chiameranno « buffone del regime » e « corruttore », perché ignaro della vera realtà francese. Ma forse, suggerisca Decaux, di un Offenbach e delle sue ridenti dissacrazioni ha bisogno certa seriosa società contemporanea, disabìtuata al sarcasmo.
Disponibilità:
Prezzo: € 16,00
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