La musica nel Medioevo
Collana: La musica
pp.576

Sotto le volte di una cattedrale gotica risuonano i passi di un uomo. Un uomo contemporaneo: potrebbe essere l’autore di
questo saggio, che attende al suo paziente
riflettere, anni e anni dedicati allo studio
della musica antica. La storia dell’umana
cultura può trovare degno simbolo in questo
echeggiare di passi, già quasi solenne, che
rimbalza dai metalli dell’organo ai legni
della cantoria evocando secoli di musica. La
musica medioevale va letta proprio così, co-
me un legame assolutamente vitale tra ciò che di più antico si conosce e ciò che di più moderno si può creare in ambito musicale.
La proposta di Gustave Reese è di studiare la musica del medioevo mediante un’analisi che scavi e metta a nudo gli aspetti stilistici e formali, illuminando il rilievo estetico del comporre antico. Infatti, molto di quanto è stato scritto fino al secolo XV, soprattutto in ambito polifonico, è in sintonia con le linee di tendenza estetiche dei nostri giorni e può influire su sensibilità e immaginazione dei musicisti contemporanei.
La musica medioevale è oggetto di felice riscoperta, grazie agli sforzi dei musicologi
che hanno reso accessibile un vastissimo repertorio. Avvicinarsi ad essa con intenti di
completezza d’esposizione e d’analisi, come
fa Gustave Reese, significa affrontare un
patrimonio che comprende i rami originari del canto sacro cristiano, il canto gregoriano, la musica profana, dai canti latini fino alle « Cantigas» spagnole; l’< organum >, dalle fasi primitive al suo apogeo nei secoli XII e XIII; infine la musica tedesca, spagnola, francese e italiana con le loro differenti notazioni e la polifonia nelle isole britanniche fino al 1453, anno della morte di Dunstable, che l’autore assume come spartiacque fra medioevo e rinascimento.
Non potevano mancare pagine dedicate agli strumenti caratteristici di quei secoli; il
volume è inoltre impreziosito da molti
esempi musicali e da copiosi riferimenti bibliografici.

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