Codice: GIOIOSA5 |
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ESAURITO NON ORDINABILE
De Natale Marco L'armonia classica e le sue funzioni compositive Orientamenti analitici stilistici e interpretativi Nuova edizione riveduta e ampliata pp. 254 Editore:Gioiosa
A più di un decennio dall’originaria pubblicazione di questo libro l’opportunità di una ristampa con ampio rimaneggiamento dello stesso s’è manifestata non solo per l’intervenuta progressione di conoscenze riguardanti la materia, ma pure per effetto delle occasioni sperimentali cui il volume stesso ha dato luogo. E soprattutto in rapporto a queste che nel sottotitolo della presente riedizione compare la specifica di Orientamenti analitici, stilistici e interpretativi, con riferimento peraltro a un volumetto-appendice tempestivamente fatto seguire all’originaria pubblicazione di questo volume, appendice intesa a indirizzare le conoscenze analitiche verso obiettivi performativi (di esecuzione della musica consegnata alla pagina scritta). Non è da passar sotto silenzio che quest’ultimo obiettivo costituisce ciò a cui più apertamente ora ci si richiama nel ritrattare la materia armonica, accentuandone cioè gli esiti interpretativi, oggi sempre più volti a esiti performativi. E' appena il caso di rimarcare che la nostra trattazione dell’armonia classica aveva conosciuto nell’originaria elaborazione una svolta in senso analitico, tale da lasciare emergere nel seno stesso delle cognizioni armoniche l’ineludibile concorrenza di fattori melodico-lineari, ritmici, fraseologici, sonoriali. La mutazione intervenuta, dall’astrazione teorica cui tradizionalmente era legata la materia armonica, al concreto contesto compositivo aveva così già tenuto d’occhio la comprensione dell’effettiva struttura musicale consegnata alla pagina annotata; ma ciò non poteva non completarsi, in una fase analitica ancor più progredita, con la considerazione di aspetti dell’esperienza sonora non riconducibili a modalità strutturali, quelle cioè consegnate alla notazione diastematica e mensurale. Al di qua, o se si vuole al di là di queste, l’esperienza performativa annovera fattori capillarmente responsabili dell’articolazione sonora, affidati ai cosiddetti segni d’esecuzione. Questi superano i limiti della notazione nella specie di indicazioni didascaliche a margine della stessa notazione, e riguardano sia l'agogica, ovvero andamenti ritmici localmente assai flessibili (accel., rit., tempo rubato, ecc.), sia modi articolatori nella specie di sfumature dette coloristiche e di plastica sonora. Quali che siano le difficoltà per la stessa analisi di pervenire a orientamenti di qualche affidabilità per tali cose alquanto evanescenti, va di considerare che sono proprio esse a costituire il terreno più proprio dell’intervento esecutivo dell’interprete musicista. Eccoci a dover far fronte a compiti che la prassi esecutiva ha tradizionalmente conosciuto nelle forme estreme della rigida osservanza di quanto prescrittivamente annotato in partitura o, al contrario, nella alquanto corriva ammissione di una libertà interpretativa sconfinante con l’arbitrio soggettivo. C’è quanto basta per vedere che il rimaneggiamento del volume cui ora ci si volge comporta una ulteriore mutazione in direzione di un impianto analitico che vada oltre la stessa comprensione delle funzioni dell’armonia, peraltro tradizionalmente consegnate più limitatamente a forme di esercitazioni grammaticali. Si vuol dire che diversamente dalla quasi anemica pratica tradizionale di scrittura rigorosa esercitata su bassi e canti dati da armonizzare, la comprensione in sede performativa da momento intellettuale delle stesse strutture compositive - armonia compresa -, tende a riscoprire da un lato la base psicomotoria, di ‘gesto’ riflettente l’umana sensibilità di quelle strutture; dall’altro lato quella comprensione si volge a specificare in termini di effettivo flusso vibratorio la sostanza espressiva, simbolica dell’azione musicale. E non è chi non veda che quest’ultima è prevalentemente connessa con i territori più friabili della notazione, ai margini di questa cioè con segni e segnetti assai approssimativi concernenti l’esecuzione musicale. Va poi detto che un tempo si parlava di prassi esecutiva come distinta dall’interpretazione della musica come fatto di pertinenza, quest’ultima, dell’esegesi verbale. Più recentemente invece l’esecuzione di un brano viene sempre più vista come più prossima all’effettivo atto d’interpretazione. Non è il caso di soffermarsi a considerare quanto di comune vi sia comunque nei due modi di approccio alla musica. Sta di fatto che l'esegesi verbale inclina a consustanziarsi con concetti e sollecitazioni immaginifici cui certo la musica si apre, mentre l’atto dell’ esecutore-interprete è realizzativo della plastica sonora, della concreta iconicità dell’idea musicale. A ben vedere dunque la ritrattazione cui ci accingiamo non interesserà solo la formazione musicale di interpreti-esecutori, bensì pure quella di giovani storici ed esegeti entrambi i quali non vogliano confidare con inavvertita ingenuità su capacità di soggettiva intuizione. Un’ultima sottolineatura è giusto farla. L’accertata inclinazione analitica già manifestata nel ritrattare l'armonia nel contesto dei fattori compostivi che pur concorrono a definirla, aveva tenuto d’occhio, in modi pervasivi, l’evoluzione storica e stilistica della materia. L’armonia non è invero una costruzione statica, piovuta dal cielo e registrata dai teorici; all’opposto è il portato d’un processo costitutivo tanto nel senso accrescitivo delle sue strutture, quanto nel senso della graduate de-costruzione che la portano, nel sec. XX, a veder dissolti in altre dimensioni compositive i valori propri dell’armonia classica. Se il nascere non è un trovarsi bell’e fatto, il dissolversi non è uno sparire... La chiave analitica è dunque nel processo genetico, ossia nella conoscenza della trasformazione continua del proprio oggetto d’indagine. Infine l’occasione del ripensamento del testo originario ha consentito di porre rimedio a passi o interi tratti della precedente esposizione imperfettamente espressi o addirittura mal concepiti. Di quelle imperfezioni c’è davvero da chieder venia ai volenterosi docenti e - perché no - agli studenti che con esse si son dovuti misurare.
Disponibilità:
Prezzo: € 18,08
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