Codice: ZAN6366(2) |
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Il temperamento orientamenti e valutazioni Righini Pietro Consonanza - Dissonanza - Fusione dei suoni - Misurazione oggettiva delle qualità dei temperamenti collana di Studi Musicali n.24
Il superamento del secolare travaglio che nella vasta area della cultura occidentale accompagnò il graduale passaggio dalla musica modale a quella tonale, portando alla conquista della sua (e nostra) armonia, si realizzò grazie a una passerella, via via più agevole, gettata fra una sponda e l’altra del fiume universale della musica. Quando nel XVI° secolo venne il tempo del Vicentino e di Zarlino, erano chiaramente presenti i segni di un rinnovamento al quale lo stesso Zarlino diede il primo, solido, assetto teorico. Ma come sempre accade quando la proprietà è di tutti, non tutti furono d’accordo sulle scelte che bisognava fare, pur essendo evidente che tutte le vie andavano verso la stessa direzione. Apparve anche chiaro che i migliori aspetti di ciò che il maturare della situazione metteva in luce, non sempre erano fra loro compatibili, per cui la necessità di contemperare le varie esigenze si mostrò come realtà oggettiva e ineluttabile. Fu così che l’antica, perenne, libertà dell’inventiva si trovò a fare un pò di conti di carattere musicale con la naturalità della nascente armonia tonale, ed è noto che quando si fanno conti come questi c’è sempre qualcosa da dare per riceverne qualche altra di cui non si può fare a meno. Il sacrificio fu semplice, più in apparenza che nella sostanza, e consistette nell’accettare qualche limitazione nell’ uso delle tonalità, il cui possesso si mostrava come una delle maggiori conquiste del sistema, in cambio di una “buona armonia”, che a sua volta dovette rinunciare a un po’ della sua perfezione. E con questo giuoco di tirare e mollare, che si chiamò “temperamento dell’accordatura”, si arrivò, con sete mai soddisfatta di ulteriore progresso, alla fine degli anni Ottanta del XVII° secolo, quando prese corpo la formula di A. Werckmeister che portò a quell’aureo compromesso che è il “temperamento equabile”; che da Bach in poi, in rapidissima diffusione, è diventato la struttura portante di tutta la musica occidentale, compreso ciò che della nostra cultura musicale è trasmigrato, al seguito degli eventi e della storia, in altre regioni del mondo. Il viaggio attraverso l’intricata selva dei temperamenti, oltre ad essere una interessante ricognizione storica su cose che ci appartengono, è anche una presa di coscienza della genesi del nostro sistema musicale e un modo di capire perché il volto di “nostra sorella musica” è quello che tutti conosciamo. Rifare questo viaggio, toccando i porti principali e curiosando con l’insostituibile guida della sperimentazione scientifica nel rapporto fra l'uomo e il suono, è l'invitante proposta di questo testo.
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